A “1 Football Club”, programma radiofonico trasmesso su 1 Station Radio, ha partecipato Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Ecco un estratto dell’intervista.
Carlo, come si sente questa mattina come tifoso del Napoli?
“Sono molto arrabbiato, perché bisogna essere intellettualmente onesti. È da un anno e mezzo che difendo sempre Conte. Però, se vai a Manchester, perdi e hai la giustificazione – giustissima – di essere rimasto in dieci per tanto tempo, allora quando ieri sei stato mezz’ora in superiorità numerica e non hai costruito un’azione degna fino al 93’, questo è inaccettabile. Abbiamo difeso il Napoli a Manchester perché erano in dieci, ma ieri avevano mezz’ora con un uomo in più e non hanno fatto praticamente nulla. Chi era in grado di creare pericoli doveva entrare prima”.
Attribuisce la sconfitta anche ai cambi troppo conservativi e tardivi di mister Conte?
“Dal vivo era evidente. Hojlund ha toccato pochissimo la palla: devi cambiare qualcosa, fare mosse. Si è visto che Neres era in forma smagliante, quasi segnando il gol del pareggio, ma è entrato troppo tardi. Il Milan non è imbattibile: se sei in superiorità numerica, devi sfruttarla. Invece, il Napoli ha avuto un approccio disastroso all’inizio, con una difesa che non ho capito come fosse schierata. Gli infortuni contano, ma l’approccio è stato pessimo. Avevi la fortuna di trovarti in undici contro dieci, ma non l’hai sfruttata. Parlo da tifoso: sono uno che fa il biglietto, fa l’abbonamento, nonostante sia un giornalista, quindi posso dire la mia. È chiaro che, quando Neres entra, crea subito pericoli: andava inserito molto prima, almeno mezz’ora prima. Dopo quel primo tempo, ad esempio, bisognava già metterlo. Non voglio scadere nella retorica del ‘Conte non ci ha capito nulla’. Non è così, non è vero che non abbia capito niente. Ma alcune scelte erano ovvie: Neres doveva entrare, e avrei inserito subito anche Lucca, già alla fine del primo tempo, perché eri sotto 2-0. Sono cresciuto con l’idea che se sei sotto e poi accorci le distanze, trovandoti in superiorità numerica, devi inserire immediatamente un attaccante in più. È normale. Invece Conte è troppo rigido nelle sue convinzioni. Con tutte le defezioni, non era partita da 4-1-4-1, ma da difesa a 3. Da uno che guadagna 10 milioni l’anno ci si aspetta il colpo di genio: magari passare a tre dietro e cambiare assetto tattico.”
Marianucci e Gutierrez hanno avuto un esordio complicato: se avessero avuto più minuti nelle gare precedenti, sarebbero stati più pronti?
“Sicuramente. Tuttavia, si è visto che entrambi, Gutiérrez e Marianucci, sono cresciuti durante la partita. La personalità c’è. Certo, non si può pretendere che all’esordio a San Siro contro il Milan siano già pronti: bisognava inserirli gradualmente prima. Nessuno stamattina deve dare la colpa a Marianucci. Il problema non è lui. Il problema è che, con mezz’ora in superiorità numerica, non sei riuscito a segnare. Questo è il vero fallimento di ieri.”
Un Kevin De Bruyne come quello visto ieri, lei lo avrebbe tolto prima o tenuto fino alla fine?
“Dipende. Ho letto stamattina amici dire: ‘Cammina, non corre’. È vero che ha camminato tanto, ma si poteva stravolgere l’assetto, passare al 4-3-3, perché il 4-1-4-1 ieri non funzionava. Però con De Bruyne c’è sempre la possibilità di una giocata che cambia la partita. Io l’avrei tenuto in campo o, se sostituito, sarei stato più spregiudicato.”
Cosa prevede per la sfida di mercoledì contro lo Sporting Lisbona?
“Mi aspetto una vittoria, perché non ci sono alternative. Abbiamo già perso la prima contro il Manchester City, e ora bisogna vincere. Lo Sporting è forte, ma non imbattibile. Al Napoli serve forza e coraggio: mercoledì i tre punti sono d’obbligo e Conte deve abbandonare alcune sue convinzioni per una giocata più estrosa”.










