Napoli vs Sporting Lisbona: analisi post-partita

È la Champions League, senza dubbio. Ogni pallone diventa una battaglia, le squadre premono, corrono e resistono. Qui, non esistono avversari semplici. È la Coppa dei Campioni e i suoi protagonisti sono i grandi interpreti di questo sport. I campioni vivono di polemiche e critiche, spesso fuori luogo, anche da chi dovrebbe avere competenze calcistiche avendo calcato palcoscenici importanti, ma che si abbassa al livello di improbabili influencer del calcio. Kevin De Bruyne ha scelto la prima notte di Champions al Maradona per ricordare agli smemorati ciò che ha realizzato nell’ultimo decennio a Manchester e in Europa. Conduce il Napoli alla sua prima preziosa vittoria nella competizione.

Il Napoli si è mostrato completamente diverso rispetto al primo tempo di San Siro. Un fallo ingenuo di Politano ha aiutato i portoghesi a segnare, poiché fino a quel momento i bianco-verdi avevano mantenuto il possesso palla senza trovare spazi. Il primo gol azzurro è emblematico: lo Sporting Lisbona perde palla dopo un lungo possesso e De Bruyne, seguito da Højlund, infilzano la difesa portoghese in contropiede verticale. È stata una classica ripartenza all’italiana, contro il tiki-taka teorico.

Fino ad allora, la gara è stata equilibrata, con entrambe le squadre che alternavano alta pressione a difese basse per ripartire in contropiede. In questo contesto, il Napoli ha dimostrato la sua superiorità. La scelta di Conte di preferire Milinkovic-Savic a Meret si spiega con la necessità di avere un portiere che giocasse coi piedi per resistere alla pressione dello Sporting. I difensori azzurri hanno reagito serenamente, fidandosi delle abilità di Vanja. Il portiere serbo è stato decisivo con un intervento cruciale su un colpo di testa al ’93.

Nonostante le ambizioni dei trequartisti lusitani, la difesa del Napoli ha risposto con Spinazzola e Gutierrez, impeccabili in fase di non possesso. Le diagonali difensive di Spinazzola si sono guadagnate gli applausi dell’allenatore. Beukema e Juan Jesus, i centrali “di scorta”, si sono distinti per affidabilità, e il brasiliano è sembrato giovane ed energico negli anticipi. Dopo il pareggio avversario, Conte ha cambiato assetto optando per il 4-3-3, allargando il campo con Neres e Lang e sostituendo l’abitudinario McTominay, a differenza di De Bruyne che è stato fondamentale con un secondo assist. Anche se inizialmente la squadra ha lottato per trovare l’equilibrio, la forza degli esterni è risultata decisiva, forzando la difesa avversaria a retrocedere fino a subire gol su un cross di Kevin.

Rasmus, previsto protagonista grazie alla sua abilità nelle verticalizzazioni, ha colto l’opportunità, evidenziata nel gol del vantaggio. Il centravanti danese ha completato la sua prestazione con un’altra marcatura, decretando la vittoria del Napoli con un’incornata magistrale da vero bomber dell’area. Questa vittoria ricorda il detto di Pessoa: “Oh mare salato, quanto del suo sale sono lacrime del Portogallo”. La notte ventosa al Maradona potrebbe aver segnato un punto di ripartenza per il Napoli. Dopo il duro colpo di Milano, questo trionfo rimarrà probabilmente impresso nella memoria.