Kalidou Koulibaly è stato ospite del “Zack en Roue Libre”, un talk show e podcast francese ideato e condotto da Zack Nan. L’ex difensore del Napoli, ora figura chiave dell’Al-Hilal in Arabia Saudita, ha passato in rassegna tutta la sua carriera calcistica, soffermandosi in particolare sui suoi anni trascorsi nel club partenopeo.
Nel corso dell’intervista, Koulibaly ha espresso il suo profondo legame con Napoli: “A Napoli si dice che si piange due volte, all’arrivo e alla partenza. La città la si ama o la si odia, e io l’ho amata. Ricorda un po’ l’Africa, benché sia in Europa, con un’atmosfera che mescola i due mondi, e l’ho adorata. Potrei definirla un ‘disordine organizzato’. Il mare, il sole, la gente: lì il calcio è una vera passione, anche le nonne novantenni ne sono esperte. Ricordo che una volta i miei vicini, che nemmeno conoscevo, vennero a bussare alla mia porta per lamentarsi delle nostre prestazioni. Inizialmente mi scioccò, ma poi mi resi conto che è un elemento integrante della vita a Napoli. La gente vive di calcio proprio come i giocatori.”
Proseguendo, Koulibaly ha raccontato di come sia stato inevitabile guadagnare qualche chilo a causa della cucina napoletana: “Nel primo anno presi subito 3-4 chili per via del cibo. Napoli è una città meravigliosa, tanto da piacere anche ai miei amici senegalesi che venivano a trovarmi. La comunità senegalese è piuttosto numerosa, motivo per cui gli anni trascorsi lì sono stati fantastici per me. Non ho rimpianti e nutro un enorme rispetto e affetto per i napoletani. C’è la convinzione che l’Italia sia un paese razzista, ma non è così a Napoli. Probabilmente perché anche loro si sentono discriminati, ma posso giurare che non ho percepito razzismo lì.”










