Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli, ha concesso una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24 in occasione della partita di addio al calcio di Marek Hamsik. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni.
Cannavaro ha parlato delle difficoltà per un napoletano di giocare con la maglia del Napoli, facendo riferimento a un episodio personale del 2009, quando scrisse una lettera ai tifosi in seguito a una sconfitta contro il Torino. “È difficile perché la cultura napoletana esige sempre il massimo dai figli della città”, spiega Cannavaro. “Nel calcio ci sono troppi alti e bassi a livello umorale nei confronti dei giocatori. Sembra quasi che quando le cose vanno male sia solo colpa dei napoletani”.
Cannavaro ha menzionato anche il caso recente di Pasquale Mazzocchi, sottolineando come spesso i calciatori napoletani siano soggetti a una pressione eccessiva. “Quando si vede che c’è un napoletano in rosa, gli si chiede l’immenso”, ha aggiunto. Ha anche riflettuto sul suo gesto del 2009, definendolo “un gesto forte”, frutto di una punizione troppo pesante per un solo giocatore. “Venivo da una convocazione in nazionale sei mesi prima e il girone d’andata era stato eccellente”, ha ricordato. Decise di fare quel gesto per dare un segnale anche a chi era fuori dal campo. “Dopo un paio di mesi mi venne chiesto se volessi lasciare la squadra dopo quel gesto. Io dissi che da Napoli non mi sarei mosso, e che avevo scelto Napoli perché si tratta di casa mia”.
Alla domanda su un possibile ritorno di Lorenzo Insigne, Cannavaro è stato chiaro. “Fosse per me, tutti i figli di Napoli dovrebbero stare nel Napoli. Tuttavia, oggi è diventato piuttosto difficile. Il Napoli è ormai una squadra molto internazionale”, ha commentato l’ex capitano.