L’ex allenatore del Napoli, Walter Mazzarri, è pronto a tornare in panchina e ne parla apertamente a Tuttosport. Mazzarri riflette su come alcuni cliché abbiano influenzato la sua carriera, in particolare il fatto di essere etichettato come un tecnico difensivista.
«Credo sia un errore, una sciocchezza», spiega Mazzarri. «Guardiola ha studiato il mio Napoli, elogiando il nostro sistema di gioco. Nell’anno dei 63 punti con il Torino, eravamo i primi per recupero palla nella metà campo avversaria, e non siamo stati lontani dalla qualificazione in Champions League. Attaccavamo sempre con almeno cinque giocatori, anche quando affrontavamo difese schierate a quattro».
Mazzarri ha fatto scuola a Napoli con il suo modulo 3-5-2, che ora è adottato da molte squadre. «Quello che facevo con il mio Napoli, l’Inter lo ha riproposto con Inzaghi. Finché attacchi, difendi: è un principio in cui credo fermamente», continua Mazzarri. Riflette poi sulle sue esperienze passate, sottolineando come il Torino abbia quasi realizzato un miracolo, e ricorda anche il periodo a Napoli, quando la squadra batté la Fiorentina a Riyadh senza subire tiri in porta e segnando tre gol. Anche con l’Inter, in quella partita, pur giocando in dieci, meritavano di vincere nel primo tempo, ma persero ingiustamente. Tornando ancora più indietro nel tempo, Mazzarri ricorda la sua Reggina: giocava con un 3-4-3, un gioco offensivo con due ali e tre attaccanti, con Bianchi e Amoruso che segnavano quasi venti gol ciascuno. Mazzarri conclude che la sua squadra di vent’anni fa era ammirata e studiata.