L’arrivo di Kevin De Bruyne nel mondo del calcio italiano rappresenta una svolta epocale per il Napoli e una dichiarazione di intenti ben precisa: riscrivere la storia recente della Serie A. Con una carriera costellata da successi e un palmarès da fare invidia, il centrocampista belga si appresta a portare una nuova dimensione tecnica e tattica alla squadra partenopea, offrendo al contempo una prospettiva di analisi affascinante per tutti gli appassionati di match analysis.
Analizzando l’ultimo periodo trascorso al Manchester City, emerge chiaramente come De Bruyne sia stato un maestro nell’arte dell’assist, qualità che lo ha reso una delle figure più determinanti della Premier League. I suoi lanci lunghi, capaci di innescare le incursioni senza palla dei compagni, sono avvenuti con una precisione chirurgica, come dimostrato dall’assist per Phil Foden contro il Brentford. Questo tipo di giocata si traduce perfettamente nel contesto napoletano, dove giocatori come Politano potrebbero trarre enorme giovamento nell’inserimento offensivo.
Una delle caratteristiche più sottovalutate di De Bruyne è la sua capacità di muoversi con disinvoltura su tutto il terreno di gioco. Questa mobilità rappresenta un ingranaggio fondamentale in una squadra del calibro del Napoli, che negli ultimi anni ha sofferto di staticità sugli esterni offensivi, costringendo spesso a movimenti prevedibili e sterili. De Bruyne riesce a essere creativo sia con la palla tra i piedi che senza, rendendosi pericoloso anche nelle palle inattive grazie alla sua abilità di servire passaggi rasoterra calibrati con maestria.
Un’arma distintiva nel suo repertorio è il “cutback”, un cross rasoterra all’indietro che si rivela spesso letale per le difese avversarie, poiché sfrutta l’inserimento dei compagni in area di rigore in modo quasi spietato. Inoltre, contro difese propense a mantenere una linea alta, De Bruyne sa come lanciare in profondità con un tempismo invidiabile, come ha recentemente dimostrato con gli assist per Haaland contro il Luton Town.
Sotto la guida di Pep Guardiola, De Bruyne si è evoluto tatticamente in molteplici ruoli, trasformandosi in un camaleonte calcistico. Inizialmente impiegato come mezzala con l’incarico di costruire gioco e recuperare palloni, ha in seguito occupato una posizione più avanzata da trequartista durante la stagione 2019-2020, una mossa che gli ha permesso di ridurre i compiti difensivi e incrementare il suo potenziale offensivo. Tuttavia, al Napoli, il ruolo di trequartista sembra destinato a una nuova configurazione, lasciando spazio a figure come McTominay.
Con il confronto post-2020, De Bruyne ha sperimentato anche il sistema del falso nueve, dove il gioco collettivo risultava più fluido. Tuttavia, con un centroavanti di riferimento come Lukaku ora in squadra, questo approccio tattico diventa improbabile. Ancora più incredibile il dato che testimonia la sua costante efficacia: ha superato la doppia cifra di assist in Premier League in sei delle sue dieci stagioni con il Manchester City, un traguardo che al Napoli potrebbe ripetersi, grazie a un sistema offensivo attentamente orchestrato.
L’approdo al Napoli sotto la gestione di Antonio Conte apre scenari interessanti su come De Bruyne verrà impiegato. Sembra destinato a diventare un elemento chiave nella fase di costruzione, fornendo il supporto che è mancato a Lobotka nella passata stagione. La propensione di De Bruyne a svolgere il doppio ruolo di costruttore e rifinitore sarà essenziale per un attacco che mira a evitare i limiti dello scorso anno, quando si era soliti affidarsi a un elevato numero di cross da parte di Politano e Neres.
La presenza di De Bruyne conferirà profondità e varietà alle catene laterali del Napoli. Giocatori come Olivera e Neres potranno finalmente esprimere tutto il loro potenziale, sia in termini di sovrapposizioni che di supporto esterno, creando ogni tipo di minaccia per le difese avversarie. Tuttavia, nonostante l’impatto immediato di De Bruyne, due punti deboli rimangono nel roster azzurro: la necessità di trovare un vice che possa prenderne le redini in caso di assenze e il bisogno di rafforzare le ali offensive, soprattutto dopo l’addio di Kvaratskhelia.
Nonostante queste lacune, l’inserimento di De Bruyne rende il Napoli la favorita indiscussa per la lotta scudetto nella prossima stagione. La sua sola presenza trasforma la squadra in un ensemble versatile, capace di attaccare in modi imprevedibili rispetto al passato recente. Se riuscirà a mantenere una forma fisica ottimale, l’acquisto di De Bruyne potrebbe rivelarsi uno dei più significativi della nuova era napoletana. Aggiungendo l’invariato comando di Antonio Conte e la stabilità garantita dalla continuità della panchina, il Napoli sembra destinato a cavalcare con decisione la corsa al tricolore, in un campionato che vede molte concorrenti impegnate nei propri processi di ricostruzione. La stagione dei partenopei si preannuncia, dunque, avvincente e carica di aspettative.